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Tokyo, Francesca Deidda’s second Olympics

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Francesca Deidda

The Italian champion of synchronized swimming: “We are aiming for a prestigious position”

[CAGLIARI.
Tra le nove sincronette che compongono la squadra azzurra in partenza per Tokyo c’è anche Francesca Deidda. Alle qualificazioni di Barcellona la nazionale italiana di nuoto sincronizzato si è piazzata prima sia come squadra che nel duo femminile.Vent inove anni compiuti in gennaio, cagliaritana di nascita, origini ogliastrine e quartese di adozione, la campionessa azzurra della Promogest Quartu (doppio tesseramento con le Fiamme Oro) fa il bis olimpico dopo Rio 2016.

Che significato ha per lei questa Olimpiade?

«È la seconda, dopo quella di Rio de Janeiro: la prima olimpiade è sempre un sogno che si realizza ma fare la seconda è un’emozione ancora più grande. Vuol dire che sono riuscita a tenere duro non quattro ma cinque anni, visto che i Giochi a causa della pandemia sono stati posticipati di un anno. Rappresentare l’Italia ai Giochi è un onore grandissimo».

Che probabilità di medaglia ha l’Italia?

«Salire sul podio è molto difficile, stiamo puntando al quarto posto ma c’è il Giappone di mezzo, e batterlo in casa è davvero difficile. Cercheremo di avvicinarci al Sol Levante e far bella figura e piazzarci un gradino in più rispetto a Rio 2016, dove avevamo ottenuto il quinto posto a squadre. Comunque a Tokyo, anche se non sarà facile ci proveremo».

Quanto si allena in piscina ogni giorno?

«Otto-nove ore alla settimana, tutti i giorni, a parte la domenica. E’ una vita di grandi sacrifici in vasca ma che alla fine ti ripagano e ti danno tante soddisfazioni».

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Oltre al nuoto sincronizzato, che interessi ha nella vita?

«Mi piace molto viaggiare per conoscere nuovi Paesi e culture ma vorrei farlo in libertà: senza fare gare di mezzo. Ma in Giappone ci sarà poco tempo per avere un piccolo spazio per fare i turisti. Per la pandemia saremmo reclusi e non vedremo niente, visto che ci terranno in una sorta di “bolla” per evitare sorprese. Mi piace anche leggere qualche libro, ma quando torno la sera a casa, o meglio in albergo, mi stravacco sul letto».

Cosa pensa del movimento sardo nel sincronizzato?

«Purtroppo non è mai cresciuto, tra le ragazze in 30 anni a livello nazionale sono emersa solo io. Ragazzine in realtà ce ne sono tante che fanno sincro però mi accorgo che smettono molto giovani. Le nuove generazioni sembra non abbiano lo spirito di sacrificio, preferiscono uscire con gli amici piuttosto che passare qualche ora in piscina. Questo mi dispiace, perché lo sport insegna tanto e quindi le ragazze e i ragazzi che non fanno sport, secondo me, avranno difficoltà ad affrontare i problemi nella vita».

Francesca ha iniziato la sua carriera a 7 anni, sotto la guida dell’allenatrice Anna Abate. Una vita di sacrifici in vasca, dove ha sempre dimostrato grande determinazione e caparbietà rispetto alle altre giovanissime atlete della Promogest, caratteristiche che alla lunga hanno fatto la differenza sotto l’aspetto tecnico e sportivo. Tanto che non ha impiegato tempo per raccogliere le prime soddisfazioni: nel 2013 è entrata a far parte del Gruppo Sportivo della Polizia, poi nella Polizia, ed è esplosa a livello internazionale partecipando ai Mondiali giovanili di San Pietroburgo nel 2008. Bronzo nel combinato, nel 2010 a Tampere, e agli Europei giovanili di Belgrado, nel combinato a squadre. Poi altri due bronzi, l’argento nel 2016 a Londra e la scorsa estate in Corea ai Mondiali un ltro argento. E adesso sogna ancora

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